L'oratorio Sommariva

La “Chiesa di Villa Carlotta a Tremezzo”

L’Oratorio Sommariva, già dedicato a san Francesco Saverio, poi alla Madonna Addolorata, fa parte del complesso di Villa Carlotta a Tremezzina, comprendente la splendida dimora e il giardino botanico.

La struttura, sorta come cappella privata annessa alla villa fatta costruire dalla famiglia Clerici di Domaso, prima proprietaria della villa, venne acquistata nel 1801 da Giovanni Battista Sommariva, personalità emergente del governo napoleonico e collezionista esclusivo di opere d’arte neoclassica.

La famiglia Sommariva mantenne la proprietà della residenza fino al 1843, quando l’ultima erede Emilia Sommariva Seillière la vendette a Marianna di Orange-Nassau, mantenendo però il possesso dell’Oratorio dove erano collocati i monumenti funerari del suocero Giovanni Battista e del marito Luigi.

Con lascito testamentario del 14 febbraio 1852 la nobile istituì l’Opera Pia Sommariva per il mantenimento e la funzione della cappella sepolcrale della famiglia. Negli anni ottanta del secolo scorso, con l’estinzione del beneficio connesso all’Opera Pia, la proprietà è passata alla Diocesi di Como che tra il 2013 e il 2016 ha provveduto al restauro complessivo della struttura, affidando l’incarico all’Accademia Aldo Galli IED di Como.

La chiesa che oggi ammiriamo è frutto della ricostruzione avvenuta nel 1855 su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia (Milano 1791-1860), che concepì una struttura in stile tardo classico, a pianta quadrata sormontata da una cupola ribassata e preceduta da un pronao con quattro colonne ioniche. Con il suo arredo scultoreo, l’Oratorio costituisce uno dei più notevoli complessi di scultura purista in Italia, dove si conservano le opere di alcuni dei massimi scultori dell’epoca, tra i quali Pompeo Marchesi (Saltrio, Varese, 1783 – Milano, 1858), Alessandro Puttinati (Verona, 1801 – Milano, 1972), Benedetto Cacciatori (Carrara, 1794 – 1871).