L'ultimo bacio

Questo dipinto di Hayez, ispirato alla popolare tragedia shakespeariana e commissionato da uno dei più celebri collezionisti dell’epoca, Giovanni Battista Sommariva, fu esposto a Brera nel 1823 .

Francesco Hayez
L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo, 1823
olio su tela, 291×201,8 cm

Il tema è stato ripreso da Hayez più avanti in altri tre dipinti, nel 1825 e due volte nel 1830, sino alla trasposizione, a partire dal 1859, nella popolare serie del Bacio.

Ognuno vi ha ammirato elementi diversi, come la suggestiva e fedele ricostruzione di uninterno medievale, una sensualità che ricorda la pittura di Tiziano, o la sontuosa resa dei costumi, come la “veste della donzella, la cui lucentezza imita il più bel velluto di Francia”. È stato il capofila della critica romantica Defendente Sacchi a vedervi una sorta di manifesto, dato che la “sua Giulietta non è certamente la Venere e non è la donna antica è bella, ma bella dell’amor suo”, mentre “Romeo non è l’Antinoo, né l’Apollo, eppure è con desio considerato dalla femminile curiosità e ti annunzia il fiore de’ prodi e degli amanti”. Ma era stato il corrispondente a Milano della rivista d’arte tedesca “Kunst-Blatt”, l’autorevole Ludwig Schorn, ad aprire il dibattito, rimanendo colpito dall’opera all’esposizione, e denunciando l’eccessiva verità di quel “bacio” che “non è il tenero amore di una pura anima incantata”, ma “è voluttuoso”.

“Quella luce non è l’alba, ne son sicura, io.
È una meteora, emanata dal sole per illuminarti la strada
e scortarti, stanotte, come un servo con la torcia,
sino a Mantova. Ecco perché puoi ancora restare:
non c’è bisogno che te ne vada.”

William Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto III, scena V

Risorse a disposizione

Nel 2015 il Dipartimento di Scienza ed Alta Tecnologia dell’Università degli Studi dell’Insubria ha svolto una complessa analisi per identificare le tecniche impiegate e i pigmenti utilizzati da Hayez nel dipinto, come la biacca, il nero d’avorio, il blu di Prussia.

Sono state eseguite indagini di immagine in riflettografia e in falso colore. Lo studio ha permesso di scoprire dei ripensamenti nella geometria dei motivi architettonici e un evidente pentimento dell’artista nel piede sinistro di Romeo.

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Scheda dell'opera

Consulta la scheda di catalogazione sul sito di Lombardia Beni Culturali

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